Il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT o IT) è cresciuto in modo significativo nel corso degli anni.
Questa crescita ha influenzato non solo il modo in cui viviamo le nostre vite, ma anche il modo in cui opera gran parte dell’economia.
Vediamo qual è la situazione italiana rispetto a questo comparto, capace di modellare ormai tutte le esperienze della vita umana.
L’IT ha rivoluzionato il modo in cui viviamo la nostra vita, consentendoci l’accesso a una grande quantità di informazioni.
Ad esempio, grazie a Internet, possiamo imparare quello che vogliamo senza per forza andare a scuola, o passare ore a cercare informazioni tra enormi tomi impolverati.
Inoltre, le tecnologie dell’informazione hanno consentito alle aziende di operare in tutto il mondo in modo più semplice ed efficiente.
Le aziende possono ora comunicare e collaborare in tempo reale con clienti e fornitori senza doversi muovere dal proprio ufficio, o da casa, e risparmiarsi lunghi e costosi viaggi.
Settore IT, i numeri
Attualmente, il settore IT occupa circa 8 milioni di lavoratori in tutta Europa, e ha creato un’industria globale dal valore di oltre 215 miliardi di dollari (dati Statista).
E in Italia, come stiamo?
Di tutto il mercato europeo le risorse italiane sono circa il 10%, e ci posizioniamo al terzo posto tra le nazioni che più impiegano professionisti nel settore, dietro soltanto a Germania e Francia, con un numero di circa 800.000 addetti.
Il problema sta nella loro distribuzione.
Se è vero che immettiamo un discreto numero di specialisti rispetto alla media europea (e non sono mai abbastanza, vedi le nostre posizioni aperte), questi vengono impiegati nel 13% delle aziende italiane con almeno 10 dipendenti, e questo dato ci colloca all’ultimo posto in Europa.
Quali prospettive per il Made in ITaly?
La qualità è un attributo comune a moltissimi prodotti Made in Italy.
Il nostro paese ha una lunga storia di produzione di beni di alta qualità, e questa tradizione continua a prosperare ancora oggi.
Molti marchi di fama mondiale hanno le loro origini in Italia, tra cui Ferrari, Pirelli e Loro Piana, che proprio oggi festeggia 98 anni di attività.
Ma cosa si può dire del settore IT?
L’accelerazione richiesta da mercato e politica non lasciano dubbi riguardo a una necessaria crescita del comparto, e gli stessi investimenti dell’UE lo confermano.
A fare da freno, però, è la carenza di professionisti qualificati.
A gennaio 2022, il gap tra domanda e offerta di lavoro in ambito IT si aggirava intorno al 50% (dati UnionCamere-Anpal), e ciò rappresenta una seria minaccia alla competitività delle aziende e del paese stesso.
Dal punto di vista qualitativo, il nostro paese è noto per l’attenzione ai dettagli dei suoi professionisti e per l’insistenza sui controlli di qualità, ed è normale che il know-how di aziende e professionisti sia diventato molto allettante per gli altri paesi, che spesso riescono a “strapparli” al nostro territorio.
Ai futuri tecnici: lavorare nel settore IT
Cosa significa lavorare nel settore IT?
IT non significa solo informatica e telecomunicazioni, ma anche e soprattutto infrastrutture, in grado di permettere connessioni, smistamento e salvataggio di dati in modo sempre più evoluto e sicuro.
Senza dimenticare Machine Learning, AI e Cloud Computing in grado di supportare, ad esempio, grandi moli di lavoro in modo automatizzato.
Se da una parte le aziende dovranno saper pianificare strategicamente la ricerca dei talenti e l’aggiornamento delle skill interne, i tecnici non possono fare l’errore di sentirsi arrivati.
C’è sempre molto margine di miglioramento nella tecnologia, ma a conduzione della quale serve gente specializzata e appassionata per ciò che fa.