Nel nostro voler celebrare le donne che fanno e hanno fatto la storia in ambito ICT (perché ogni giorno deve essere l’8 marzo), parliamo di un personaggio molto amato negli USA, che ha servito il suo paese fino alla sua scomparsa, nel 1992, costruendo una carriera fatto di innumerevoli successi, arrivando a ottenere la più alta onorificenza civile della Nazione, la Presidential Medal of Freedom, assegnatale da Barak Obama nel 2016.

Mente brillante coi numeri e la comunicazione

Curiosa, minuta ed estremamente vivace, sin da piccola Grace Hopper sembrava avesse capito che la sua strada era fatta di numeri, logica e comunicazione, portandola a conseguire master e dottorato in matematica all’università di Yale, passando dai team di ricerca ad Harvard, e a un posto di tutto rispetto nella marina militare durante la seconda guerra mondiale.

Assegnata al progetto di calcolo, entrò nel team di sviluppo del MARK I, il primo computer elettromeccanico di produzione americana, il cui hardware fu riferimento per molti computer a seguire.
In questi anni, a seguito di un curioso incidente, venne effettuato il primo “vero” debugging.
La storia dice infatti, che a seguito dello “schianto” di una falena su un relè meccanico del nuovo MARK II, il malcapitato insetto ne provocò un guasto, e il successivo intervento (dato dalla rimozione della falena e la sostituzione del pezzo) fu registrato come il più letterale, e famoso, processo di debugging.
Nonostante l’arrivo dei successivi MARK III e IV, e i primi riconoscimenti, Grace dovette lasciare Harvard poiché a quel tempo non vi erano posizioni permanenti per le donne, un ostacolo che fortunatamente non fermò la sua voglia di andare oltre.

Cuore oltre l’ostacolo

Entrata a far parte della Eckert-Mauchly Computer Corporation di Philadelphia (nel 1949) in qualità di matematico senior, si unì allo sviluppo dell’ UNIVAC I, divenuto famoso come il primo computer elettronico commerciale.
Nello sviluppo evolutivo di questo modello, Grace Hopper esplorò nuovi modi di utilizzare il computer per codificare, interrogandosi su come poter rendere queste macchine più accessibili a un pubblico più ampio e meno tecnico, e sviluppando nuovi linguaggi di programmazione basati non più su simboli, ma su parole.
Nacque così, nel 1959, il FLOW-MATIC, linguaggio alla base del COBOL, tutt’ora impiegato in ambito bancario.

I tanti riconoscimenti

La carriera di Grace Hopper fu estremamente prolifica, e persino quando si ritirò dalla Marina all’età di 79 anni, occupando il ruolo di contrammiraglio, continuò a lavorare come consulente senior alla Digital Equipment Corporation fino alla sua scomparsa nel 1992.

In una vita raccolse oltre 40 lauree ad honorem, diverse borse di studio, ed esistono ancora oggi istituti, conferenze e premi che prendono il suo nome, una donna che è diventata un esempio non solo per le donne ma per tutti, entrando di diritto tra i grandi personaggi dei nostri tempi.

Non solo numeri

Ciò che Hopper è riuscita a fare è stato promuovere l’informatizzazione con grandi capacità tecniche e comunicative, contribuendo attraverso grandi evoluzioni e innumerevoli congressi nazionali e internazionali che l’hanno vista protagonista per oltre 60 anni.

Ottimista e visionaria, in un’intervista del 1983, quando il conduttore di una nota trasmissione americana le chiese se la rivoluzione informatica fosse giunta al termine, lei rispose: “No, questo è solo l’inizio… oggi siamo alla Model T”, facendo riferimento alla prima auto commercializzata da Ford a partire dal 1908.