In un mondo del lavoro sempre più complesso, un approccio collaborativo alla risoluzione dei problemi ha dimostrato di poter funzionare molto bene, mettendo in contatto know-how, idee e approcci differenti.
La collaborazione tra figure senior e junior sul posto di lavoro, può portare molti benefici sia ai diretti interessati, come all’azienda, a patto che il tutto venga gestito al meglio.
Uno scambio equo
Purtroppo, ciò che alcune aziende fanno, è “scaricare” al senior una figura junior aspettandosi che ne estragga il meglio nel minor tempo possibile.
Facile, no? Inutile dire che questo non è l’approccio più indicato.
A monte, vanno chiariti e compresi i vantaggi che le persone, in questo scambio piuttosto equo, possono trarre.
Prima di tutto chiariamo un aspetto: il senior non deve svolgere il ruolo del professore, questa funzione dovrebbe spettare agli istituti di formazione.
Il tutoring o il mentoring (spesso trattati come sinonimi, ma non lo sono) con cui un senior dovrà destreggiarsi, deve prevedere una condivisione equanime di conoscenze e approcci, e dove una figura esperta mette a disposizione le certezze professionali acquisite sul campo, una figura giovane dovrà essere orientata a ricambiare con nuovi punti di vista, impegno ed entusiasmo.
Buoni propositi Vs Obiettivi
Obiettivi dicevamo… quando iniziamo a “fantasticare” sull’anno che verrà, forse dovremmo accantonare i buoni propositi, e far spazio agli obiettivi. Perché?
Perché gli obiettivi sono specifici, mentre i buoni propositi tendono ad essere blandi e vaghi.
Gli obiettivi sono più perseguibili, e ciò li rende molto più efficaci.
Perciò smettiamola di dire “l’anno prossimo sarò più organizzato e attento alle priorità e scadenze”, ma piuttosto agiamo!
Creiamo la nostra to-do list, aggiorniamola regolarmente, e attraverso la sua consultazione quotidiana/settimanale, ci permetterà di non perdere d’occhio le scadenze.
È un esempio banale, ma definire cosa fare è molto più efficace che semplicemente sognarlo.
Vantaggi della collaborazione junior-senior
Sebbene all’inizio possa essere difficile trovare il giusto equilibrio, i vantaggi di una buona collaborazione possono essere notevoli.
Per raggiungere il successo, entrambe le parti devono comunicare apertamente ed efficacemente, condividere le proprie idee, ed essere disposte a scendere a compromessi.
Ricordiamoci che il trasferimento di conoscenze/vantaggi non è (e non deve essere percepito come) unidirezionale.
Iniziamo dai giovani.
Ok, la loro esperienza probabilmente sta a zero, oppure ciò che hanno appreso nelle precedenti esperienze può non essere spendibile come noi lo vorremmo, ma come minimo portano con sé una mente fresca e flessibile, motivazione e nuove conoscenze.
Se ben gestiti, tutti questi attributi verranno arricchiti da competenze in breve tempo, e contribuiranno positivamente nei confronti dei colleghi e dell’azienda.
Dall’altro lato abbiamo le figure esperte, che oltre al bagaglio di esperienza e sicurezza che ne consegue, sono normalmente caratterizzati da un controllo emozionale proprio di chi sa quello che sta facendo.
I vantaggi per queste figure è dato da un’indubbia crescita professionale, un rafforzamento della thought leadership percepita, e una buona dose di… inediti punti di vista.
Come incoraggiare la collaborazione?
È fondamentale distaccare alcuni punti chiave per favorire uno stile aziendale collaborativo, in grado di conciliare anche figure “distanti”, quali junior e senior.
Prima di vedere i punti, però, facciamo una premessa: alla base di ogni cultura aziendale e del suo modo di operare, ci deve essere sempre una dirigenza responsabile, che preveda tra le sue mansioni principali il compito di “illuminare” il percorso al proprio team (altrimenti di che leader stiamo parlando?).
E ora veniamo ai punti:
- Essere d’esempio
Più che il punto 1 dovrebbe essere il punto 0, da qui tutto dovrebbe avere inizio.
Per sviluppare un ambiente di lavoro collaborativo la dirigenza deve dare l’esempio.
Come possiamo aspettarci un atteggiamento collaborativo, quando chi guida l’azienda non lo sostiene? - Obiettivi e ruoli
Tutti dovrebbero essere consapevoli di chi fa cosa, per sapere con chi confrontarsi su certi temi, da chi poter ricevere il giusto supporto e non sentirsi perso, mai. - Comunicazione e chiarezza
Promuovere e stimolare la comunicazione, in modo chiaramente regolamentato, è come una finestra aperta verso il mondo, che ci permette di vedere oltre, e allo stesso tempo porta luce all’interno delle relazioni professionali. - Strumenti
Per lavorare bene, lo sappiamo, gli strumenti sono indispensabili.
Il Covid-19 ha portato maggior attenzione nell’ambito degli strumenti collaborativi, e la loro larga diffusione li ha resi ampiamente accessibili.
Ciò si traduce in maggior flessibilità e supporto allo scambio di informazioni, come ad esempio tra persone fisicamente distanti. - Incentivi
Incoraggiare un modus operandi diventa ancora più efficace quando le persone ricevono gratificazioni.
Queste non devono essere per forza economiche, ma possono essere elargite sotto forma di manifestata riconoscenza durante gli incontri aziendali, come riunioni o meeting più informali.
Una cultura aziendale collaborativa permette di liberare il potenziale creativo combinato di un’intera forza lavoro, dando origine a un ambiente di lavoro sereno e produttivo.
I membri di un team uniti nel lavoro e con un obiettivo comune, non possono che portare benefici all’azienda.