A due anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, il suo impatto continua a farsi sentire.
Quasi tutte le priorità governamentali si sono dovute riadattare alla crisi, molte aziende hanno chiuso, altre sono nate da nuove e improvvise esigenze, e gran parte delle previsioni a lungo periodo formulate negli anni passati, sono state oscurate da nuove urgenze.
Le catene di approvvigionamento di molti settori produttivi sono ancora in difficoltà, e le aziende stanno cercando soluzioni per non doversi fermare o, qualora lo fossero, per ripartire al più presto e non soccombere.
La carenza di semiconduttori, ad esempio, ha portato a una brusca frenata nella produzione di veicoli (soprattutto elettrici), mettendo in ginocchio l’intero comparto produttivo.
La fiducia è la chiave?
L’Edelman Trust Barometer (ETB), la più importante ricerca a livello globale sul tema della fiducia, intervista ogni anno oltre 30.000 persone, di circa 30 nazioni diverse.
Il report 2021 ha evidenziato il brusco calo della fiducia degli intervistati nei confronti del settore tecnologico, che coinvolge altri temi quali il cambiamento climatico, l’instabilità del mercato del lavoro, e l’aumento costante degli attacchi informatici (vedi report).
Nei soli Stati Uniti, la quota di coloro che confidano nell’operato delle aziende tecnologiche è scesa di 10 punti percentuali tra il 2019 e il 2021 (dal 78% al 68%).
Il dato italiano
In controtendenza, il fattore fiducia italiano parla di un 2021 complessivamente positivo.
Secondo l’indagine dell’ETB, infatti, l’indice generale della fiducia cresce nei confronti delle aziende nazionali, e il governo registra un balzo positivo di addirittura 10 punti, abbandonando l’area della sfiducia per la prima volta dopo 21 anni.
A fare eco vi è anche l’Economist, che a metà dicembre ha citato l’Italia come paese dell’anno, dopo circa un ventennio poco invidiabile soprattutto sotto l’aspetto politico.
A fronte di tanto entusiasmo, però, va considerato il 2021 come il più difficile per la cybersecurity, con un aumento del 157% di violazioni della sicurezza informatica a danno di aziende e cittadini (dati Yarix).
Cybersecurity 2022: qual è lo scenario?
- Consolidamento dei processi
Visti i grandi mutamenti degli ultimi due anni, molte organizzazioni sono ancora impegnate nel miglioramento e nell’integrazione dei processi chiave della loro sicurezza, affinché questi non agiscano da freno o inibiscano il business - Aumento del numero di violazioni di terze parti
Servizi in cloud e trasformazione digitale, stanno diventando lo standard per molte aziende, e questo le espone a vulnerabilità di terze parti.
Il crimine informatico utilizzerà ancor più intensamente i fornitori come veicolo di accesso alle aziende a cui mirano - Sicurezza della Supply chain
Nonostante i grandi progressi degli ultimi anni, il livello di sicurezza dei dati garantito da alcuni sistemi è ancora precario sulle varie fasi di gestione, e non sempre i processi collaborativi sono progettati secondo tecnologie di criptazione, ad esempio.
Gli avvenimenti degli ultimi anni, come gli attacchi alla JBS, Colonial Pipeline e Oldsmar, hanno evidenziato la fragilità delle infrastrutture di tuttio il mondo, nessuno escluso, e di come sia fondamentale rafforzare tutti gli aspetti delle catene di approvigionamento: hardware, software, cloud e apparati di storage e delivery locali
Fiducia zero
Lo scetticismo non è sempre un male, anzi, quando il tema è la cybersecurity, non fidarsi è meglio.
In un mondo di sistemi interconnessi, dobbiamo attuare strategie di sicurezza globali, per garantire che, qualora un’area venisse compromessa, il resto del sistema continui operativo.
L’obiettivo è quello di vedere prosperare le aziende e di conseguenza la società, a dimostrazione che un mondo globalizzato è possibile e lo sviluppo tecnologico può aiutare le persone a vivere meglio.
L’anno della svolta?
Il 2022 può essere il punto di partenza per ristabilire un po’ di ordine.
Un incremento dei controlli, di obblighi e sanzioni, inizialmente graverà molto sulle spalle dei responsabili alla sicurezza, ma nel medio-lungo termine ne vedremo i benefici.
Oggi più che mai, la fiducia dei consumatori è molto difficile da conquistare, e la tutela dei dati non può essere trattato come un problema secondario.